Questo articolo tratterà solo i dati primitivi, in quanto ci sono da spiegare un po’ di cose e non posso renderlo troppo lungo. Per reference (tipi di dati non primitivi) scriverò l’articolo successivo di questa guida.
Per utilizzare una variabile è necessario prima definirla, applicandole quindi delle caratteristiche che ci serviranno in corso di programmazione. Per definire una variabile si intende andare a precisare che tipo di dato andrà a memorizzare, se numerico, se testuale, o semplicemente un valore booleano (vero o falso). Un esempio è il seguente
int i = 0;
Java offre solo 8 tipi di dati primitivi, ognuno con uno scopo ben preciso, con i propri limiti, e la quantità di memoria occupata dalla JVM durante il suo utilizzo.
- byte: occupa 8 bit di memoria, è una variabile numerica a due complementi in grado di rappresentare valori da -128 a 127
- int: occupa 32 bit di memoria, è una variabile numerica a due complementi in grado di rappresentare valori da -231 a 231-1
- long: occupa 64 bit di memoria, è una variabile numerica a due complementi in grado di rappresentare valori da -263 a 263-1
- float: occupa 32 bit, è una variabile numerica in virgola mobile in grado di rappresentare valori da -3.438 a +3.438 con una precisione di 7 cifre decimali
- double: occupa 64 bit, è una variabile numerica in virgola mobile con doppia precisione in grado di rappresentare valori da -1.7308 a +1.7308 con una precisione di 16 cifre decimali
- boolean: occupa 1 bit, serve a rappresentare solo un valore tra 0 e 1 (true o false)
- char: occupa 16 bit, è una variabile alfanumerica, in grado di rappresentare un massimo di 65535 caratteri
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