Un altro fattore che rende l’app Immuni inutile

Ci siamo mai chiesti come fa Immuni e determinare la distanza che c’è tra due dispositivi?

Ci risiamo a parlare nuovamente di Immuni e di come questo sistema sia stato portato avanti nella maniera più sbagliata. Di certo non parlerò della sbagliata gestione a livello di strutture sanitarie.

Sto sviluppando un flow con Automate che mi consente di tenere traccia di tutte le persone che incontro (e dove le incontro). Lo scopo del flow è quello di essere avvisato e di tenere traccia degli incontri, appena viene rilevata la presenza di un dispositivo conosciuto utilizzando una scansione passiva (Bluetooth Low Energy, la stessa usata da Immuni), il flow mi avvisa con una notifica della presenza del nostro “amico” avvisandoci di chi si tratta e dell’oggetto che ha rilevato con messaggi del Si avvicina Marco (iPhone) oppure Si avvicina Valerio (Citroen C3). Essendo tutto dotato di bluetooth non è una cosa impossibile.

Si tratta di un esperimento per far fare una bella figuraccia a tutti gli espertoni del webbe che hanno criticato Telegram per il pericolo di stalking. Pensate a cosa è possibile fare mappando i dispositivi bluetooth che tutti amano così tanto. Ma di questo ne parleremo in un altro momento. È un argomento che non tratteremo oggi.

Ciò di cui mi voglio occupare oggi è, siccome sto sviluppando un flow che fa praticamente quello che fa un’app di contact tracing come immuni, fare una semplice domanda: Ma come fa Immuni per capire a che distanza si trovano gli altri smartphone che hanno la medesima app?

Bluetooth LE è una tecnologia che dovremmo studiare tutti, esperti di comunicazione, informatici e non, perché a mio avviso è uno strumento veramente molto interessante che può avere numerosissimi sbocchi applicativi.

Studiandolo ho scoperto che eseguendo una connessione passiva, e cioè di tipo ADV_NONCONN_IND, tra gli unici dati che ci è permesso di mettere mano c’è la potenza di segnale, misurata in dBm, necessaria che serve per poter interrogare l’altro dispositivo. Funziona esattamente come la nostra voce, e cioé che se vogliamo comunicare a voce con una persona un po’ più lontana dobbiamo dar aria ai polmoni e farci sentire, mentre se la persona con cui vogliamo parlare è vicinissima a noi possiamo anche bisbigliare. Con questa logica, più la potenza del segnale è alta, più l’altro dispositivo è lontano.

Secondo gli ingegneri di Immuni sarebbe necessario fare dei test incrociati e calcolare la distanza necessaria che ci mette in pericolo di contagio. Se quella distanza viene rilevata per più tempo, ad esempio 15 minuti, l’app segue la logica per cui è stata progettata. Ma alcuni piccoli dettagli sono sfuggiti.

Chi ha il telefono sempre in mano?

Da numerosi test eseguiti è stato rilevato che se l’altro è uno smartphone che a parità di distanza è in mano all’interlocutore, la potenza di segnale è differente dallo stesso smartphone tenuto in tasca o all’interno di una borsa. Personalmente io ho lo smartphone sempre nella tasca interna del giaccone, e questa semplice azione (naturale, oserei dire) altro non fa che falsare il valore e quindi, il mio smartphone ha bisogno di una potenza di segnale superiore per interrogare l’altro dispositivo ottenendo un dato che gli fa calcolare una distanza ad esempio di 2 metri e mezzo, non sapendo che in realtà l’altro soggetto potrebbe essere a mezzo metro da me.

L’app non sa se lo smartphone è nel marsupio di tela o nella borsa con 10 strati di pelle.

Potenza di segnale diversa da dispositivo a dispositivo

Altro dato assolutamente da non sottovalutare, è che a parità di distanza ogni dispositivo ha rilevato una potenza di segnale differente da un altro. Ho eseguito diverse prove utilizzando un Redmi Note 7, un Huawei P20 Lite, Un Samsung Galaxy Tab S6 Lite, e diversi altri dispositivi quali un Amazfit Bip, uno speaker e anche il sistema multimediale della mia auto in cortile.

Tenendo i 3 dispositivi su un piatto rotante di legno (di quelli dell’Ikea) e roteando ogni singolo tester in modo da tenerlo a pari distanza tra l’auto, lo smartwatch e lo speaker, tutti i dati della potenza di segnale rilevati erano differenti tra loro.

A meno che non utilizzi altri sistemi per la definizione della distanza, ma leggendo la documentazione del Bluetooth Low Energy non l’ho trovata, tutto ciò fa dell’app Immuni uno strumento completamente inutile e mal progettato. Ci sarà sicuramente chi leggendo questo articolo pensando «dovresti darci un po’ di documentazione tecnica e prove verificate per poter dire tutto ciò che hai detto», ed io vi darò di più

Controlliamo ciclicamente il funzionamento dei link nei nostri articoli. Se noti dei link che non funzionano segnalacelo tra i commenti. Se hai apprezzato l'articolo considera l'idea di sostenere il blog anche con una piccola donazione. Grazie. Patreon / Ko-fi / Liberapay / Paypal

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *