Come usare gratis gli autobus della tua città

Esiste un modo per utilizzare gratuitamente i mezzi di trasporto pubblici della propria città, ma l’ingordigia delle persone rischia di sopprimere il servizio

free autobus bus

È dagli anni 2000 che è possibile usufruire di una linea urbana pubblica per potersi spostare tra le vie della città senza pagare alcuna cifra. Esatto, tutto è gratuito. Non importa da dove partite, dove dovete passare, e dove dovete arrivare. Non importa nemmeno quanto tempo dovete rimanere sull’autobus: è tutto gratuito e potete accedervi senza fare alcun biglietto.

Dagli anni 2000 ad oggi, però, le cose sono un pochino cambiate. Infatti, causa la gratuità e l’efficienza del servizio, sempre più persone hanno scelto di usufruire di questi autobus, rendendo i mezzi a poco a poco sempre più affollati, tanto da rendere gli ambienti interni invivibili. L’ente che gestisce l’autobus si rese subito conto che il servizio andava potenziato, e doveva quindi affrontare costi maggiori rispetto a quelli affrontati fino a quel momento. Tutte le spese, infatti, includevano lo stipendio degli autisti e le manutenzioni del mezzo erano ridotte, in quanto si trattava di pochissime unità, ma l’Ente non se n’era mai lamentato perché si trattava di cifre irrisorie.

L’ente, per il potenziamento del servizio, non aveva intenzione di chiedere il pagamento di un titolo di viaggio ai consumatori, perché il servizio di navetta gratuito nacque con la concezione di non pesare all’utente finale con alcuna spesa, e tale doveva rimanere. Gli venne quindi l’idea geniale di affidarsi a dei servizi pubblicitari che permettevano di sostenere tutte le spese aggiuntive senza inficiare sul portafogli degli utenti.

Arrivarono altri autobus che permettevano più corse, poi arrivarono gli autobus più grandi, fino ad arrivare al formarsi di un’intera flotta che si sosteneva totalmente con le pubblicità. Il sistema era funzionante e gratuito. Gli utenti potevano usufruire di un servizio impeccabile, puntuale e comodo, senza pagare un singolo euro.

Ma le cose cambiarono in peggio, perché gli utenti cominciarono a lamentarsi delle pubblicità presenti in ogni autobus, così da creare gruppi di persone che ad ogni salita e discesa prendeva i manifestini e li stracciava.

Accadde che le agenzie pubblicitarie cominciavano a lamentarsi delle pubblicità mancanti, e quindi i ricavi cominciavano a diminuire, danneggiando sempre di più l’ente che gestiva gli autobus, fino a rischiare la chiusura del servizio, obbligando le persone a fornirsi di servizi che non avevano alcuna pubblicità, ma a pagamento.

Questa è la storia di Internet, dal 2000 ad oggi.

Ho voluto scrivere questa storiella a causa di un articolo di Tagliablog che mi è capitato di rileggere ieri, accompagnata da alcune righe dedicate alle persone che sono convinte che l’utilizzo di plugin come AdBlock e uBlock Origin sia più che dovuto e giustificato.

Mio caro utente

Tu devi sapere, che al contrario di ogni tua convinzione, Internet non è una risorsa gratuita. Nel 1993 il CERN decide di rendere pubblica questa tecnologia, ma se tu non paghi il tuo provider telefonico, ad Internet non ti ci puoi connettere, ed io (come tanti altri webmaster) se non pago servizi di hosting non ho la possibilità di mettere online un sito con un dominio, spazio, e database funzionante. Internet non è gratis.

Un sito internet ha un effettivo costo monetario. Io pago soldi veri per avere un sito internet funzionante, e i prezzi per i siti che riescono ad accogliere utenze elevate non sono nemmeno troppo bassi. Se tu, utente, apri un sito gratuito su Altervista, per esempio, ti accorgerai che nel caso la tua utenza cominci ad incrementare, Altervista comincia a limitarti gli accesi con cadenza oraria.

Esatto, il sito non ti funziona più, perché la formula gratuita ti permette di utilizzare un profilo limitato. Se vuoi un profilo illimitato, devi pagare.

Ora, tralasciando la spesa economica, un sito internet ha un costo base in lavoro che consiste in backup settimanali, manutenzioni, cura della grafica e delle funzionalità. A tutto questo, poi, va aggiunto l’impegno di tenerlo aggiornato in maniera corretta, pulita e chiara.

Se tu, utente, a fronte di queste spese, sforzi, e lavoro, ritieni giusto l’utilizzo di AdBlock vietandomi di incassare quei €0.00002  dalla tua visita (cifra bassissima proprio perché non ti riempio di pubblicità), sarei veramente felice se andassi a visitare qualcun altro, perché tu stai occupando a mie spese un suolo che vive di regole mie imponendo le regole tue.

Il mio sito non è tuo, quindi, se io trovo il modo per bloccare la tua navigazione se tu mi manchi di rispetto bloccando le pubblicità, allora dopo non hai da lamentarti se non trovi, altrove, le informazioni che ti servivano e che avresti trovato qui. La tua visita mancata mi permetterà, l’anno prossimo, di scegliere un profilo hosting meno caro, così da continuare ad essere utile a quella cerchia di persone, ristretta che sia, che si dimostrano essere rispettosi nei miei confronti.

Quindi, a parte i toni un po’ infastiditi, vorrei ti rendessi conto che quell’addon che hai installato sta rovinando il Web. Un tempo, quando la gente non poteva informarsi gratuitamente come oggi, venivano proposti acquisti di enciclopedie del costo di milioni e milioni di Lire. Oggi potete informarvi gratis, a costo zero. Se continuate così, i siti un po’ alla volta chiuderanno, e ritornerete a dover pagare milioni e milioni (in euro) per la vostra cultura, e quella dei vostri figli.

La prova solida è il fatto che gli editori preferiscono andare su YouTube a proporre contenuti idioti, inutili, scandalosi ma attira click, perché almeno quelli riportano un minimo di guadagno, abbandonando magari un blog che sarebbe stato culturalmente più utile.

Pensaci.

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