Molte scuole usano Facebook per comunicare con gli alunni

E Facebook utilizza i dati degli utenti (ad es., informazioni su attività e interessi)

Alzi la mano chi non ha un figlio la cui scuola pubblica non lo obblighi all’uso di Facebook (e/o WhatsApp) per la comunicazione con i professori o la scuola stessa. Alzi la mano anche a chi ha un Sindaco che non comunica con i propri cittadini solo attraverso Facebook.

In molti si chiederanno “Cosa c’è di male?“, ma forse non è chiaro che Facebook.com è di proprietà di Facebook Inc., un’impresa privata statunitense che ammette liberamente che utilizza i dati privati degli utenti registrati. Basta leggere le condizioni d’uso (mirror) del servizio, e leggere in particolare il seguente paragrafo

Anziché richiedere all’utente un pagamento per l’utilizzo di Facebook o degli altri prodotti e servizi coperti dalla presenti Condizioni, Facebook riceve una remunerazione da parte di aziende e organizzazioni per mostrare agli utenti inserzioni relative ai loro prodotti e servizi. Utilizzando i Prodotti di Facebook, l’utente accetta che Facebook possa mostrargli inserzioni che Facebook ritiene pertinenti per l’utente e per i suoi interessi. Facebook usa i dati personali dell’utente per aiutare a determinare quali inserzioni mostrare all’utente.

Condizioni d’uso di Facebook – https://www.facebook.com/legal/terms/update

La frase Anziché richiedere all’utente un pagamento per l’utilizzo Facebook usa i dati personali dell’utente è bene scritta in più di un punto.

Se poi allunghiamo la mano su Google e invece di cercare come fare per allacciarsi le scarpe, cerchiamo notizie sulla violazione dei dati degli utenti da parte di Facebook, scopriamo tutto un mondo.

Cerca tutte le notizie di dati esposti da Facebook su Italia Tech News.

Come può un ente pubblico obbligare i cittadini alla registrazione di un servizio privato che ammette di utilizzare i dati degli utenti, e come fa a non prendersene le responsabilità?

Dov’è il Governo? E l’Europa?

Se Facebook viene multata numerose volte per l’esposizione dei dati, come può una scuola non pagare una multa a sua volta per aver obbligato i propri studenti ad accettare quelle condizioni d’uso?

Mi spiego meglio.

La scuola obbliga mia figlia alla registrazione al servizio, perché è l’unico canale che usa per le comunicazioni, a meno che mia figlia voglia non interagire. La scuola non offre altri servizi oltre a Facebook per interagire con alunni e genitori. Praticamente siete obbligati alla registrazione su Facebook accettando le condizioni d’uso.

E se Facebook viene multata per aver esposto i dati, a quel punto gli utenti, in questo caso alunni e genitori, dovrebbero richiedere un risarcimento alla scuola per essere stati obbligati all’utilizzo di un servizio non sicuro.

Dov’è l’Europa che ostenta la sicurezza dei dati degli utenti? Come è possibile che le scuole non si preoccupano di proteggere i dati dei propri alunni e genitori?

Facebook non è un servizio sicuro, basti affrontare un altro passaggio delle condizioni d’uso

se l’utente condivide una foto su Facebook, autorizza Facebook a memorizzarla, copiarla e condividerla con altri soggetti

Condizioni d’uso di Facebook – https://www.facebook.com/legal/terms/update

che dimostra di come tutto ciò che si condivide sul social network non è più di nostra proprietà in quanto gli altri utenti hanno la possibilità di condividerlo o scopiazzarlo ovunque.

Questo non è un discorso del genere “io non ho nulla da nascondere“, perché se pubblicate la foto dei vostri figli, queste possono essere ricondivise in gruppi chiusi di persone che nemmeno conosciamo.

Basta semplicemente riflettere, ogni tanto.

Intanto, ringrazio Firefox perché ci dà la possibilità di utilizzare Facebook in maniera totalmente anonima, magari utilizzando un profilo con dati falsi.

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